La chiesa di Pagnona, dedicata a Sant’ Andrea apostolo, è stata costruita nel 1200 circa, a margine del paese, dove si trova tuttora. Era allora una chiesetta con il pavimento lungo circa 11 metri e largo circa 7, di modestissime dimensioni, ma sufficientemente grande per la popolazione di allora. L’antica struttura, fu consacrata da San Carlo Borromeo nel 1566. Non completa in tutte le sue parti, mancavano, infatti, elementi essenziali come il battistero, il tabernacolo, il campanile, che fu costruito soltanto nel 1665. Le campane erano collocate su pilastrelli, non se ne conosce però nè il numero nè le dimensioni. Solo nel 1831 si hanno notizie quasi certe sulle campane. Pare infatti che ve ne fossero tre, due di queste consegnate poi allo stato il 19 novembre del 1942 per le fabbricazioni di guerra, vennero in seguito restituite ma una di queste tornò a casa in venti pezzi, (proprio quella che fra tutte pare avesse un suono melodioso), così almeno ricordano alcuni anziani del paese. Si tentò anche di rifonderla, ma questa operazione non ebbe successo. Le attuali cinque campane fuse dalla ditta Achille Mazzola di Valduggia (Vercelli), furono consacrate il 27 agosto 1956 da S. E. Rev. ma Mons. Sergio Pignedoli.

Nel 1763 venne costruita la sacrestia e nel 1770 l’ altare maggiore.

Nell’ anno 1902 vi furono due avvenimenti che modificarono in meglio la chiesa di S. Andrea. Il 12 dicembre di quell’ anno fece la sua comparsa la luce elettrica.

Risale invece al 24 dicembre 1927 l’ inaugurazione dell’ organo, donato dall’allora parroco don Giuseppe Rattini.

É il 1940 quando viene costruita la tribuna.

Il tesoro conserva notevoli testimonianze della storia della chiesa, fra cui una Croce processionale tardogotica e un’altra cinquecentesca, un calice e una pisside pure cinquecenteschi, diverse oreficerie sacre fra XVII e XIX secolo e un servizio di paramenti e altri arredi secenteschi di provenienza veneziana.

S. Carlo Borromeo, nella Visita Pastorale del 1566, lasciò come ricordo a Pagnona il proprio piviale che, ancora oggi, si conserva. Questo piviale, in occasione del quarto centenario dell’ingresso del Santo Pastore nella Diocesi Milanese, passò di parrocchia in parrocchia.

L’altare di S. Carlo, a sinistra, presenta la pala (Madonna col Bambino e i SS. Carlo, Giovanni Battista e Ambrogio), esemplata su un dipinto del Talpino di uguale soggetto; la struttura secentesca con Angeli lignei reggicandelabro; il paliotto in cuoio, opera siglata e datata 1752 di Giovanni Battista Tagliaferri, probabile avo della celebre famiglia di pittori pagnonesi attivissimi fra Otto e Novecento come decoratori delle chiese lombarde. Sono perdute le Storie di S. Carlo già laterali, mentre si conserva un altro paliotto in cuoio forse riconducibile al Tagliaferri. Una tela secentesca collocata sulla parete destra, raffigurante S. Lucia con offerente e nella lunetta Madonna col Bambino e i SS. Rocco e Sebastiano, è forse di provenienza veneta. L’altare, barocco, in parte rifatto nel 1953, venne consacrato insieme con la chiesa dal Vescovo Missionario Mario Civelli il 19 settembre 1954. Possiede un bellissimo quadro della Madonna Addolorata della Scuola del Dolci di Venezia, dono dei pagnonesi residenti in quella città; possiede pure una bellissima pianeta donata, almeno si dice, dalla moglie di un Doge di Venezia.

Durante il periodo della della Repubblica Cisalpina venne asportata una lampada e otto candelieri in argento massiccio.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale