Sfollato in Valsassina nel tragico 1943 di guerra, Mario Borsa volle riempire il tempo scrivendo un cenno storico su Barzio; ma si trovò in imbarazzo, all’inizio, nel narrare le sue origini. «Gli storici di Barzio vanno d’accordo come i tre orologi del suo campanile», commentava. Il Borsa finisce con il rinunciare alla ricerca, passando a «tempi meno remoti». Lo facciamo anche noi, richiamandoci al Cantù che nella Grande illustrazione del Lombardo-Veneto sentenziava: «È Barsio il più allegro paese della valle, e ha in autunno mercato di cornuti e di formaggi», riferendo altresì che «nella recente chiesa di Barsio lodansi del Tantardini alcuni angioletti in plastica; nell’oratorio di San Giovanni, già canonica nel 1288, è un quadro creduto del Montalto». E ora questa, dalla Guida alle Prealpi di Lecco di Giovanni Pozzi, anno 1883: «È Barzio il più bel paese della Valsassina per ubicazione, ma la sua allegra posizione è molto trascurata in confronto a quella di Pasturo che le sta di fronte, non essendovi comodi alberghi e appena appena delle misere osteriucce; mentre noi siamo d’avviso che quella località sarebbe un’attiva stazione climatica se vi si trovasse un po’ di confortable». Proprio così: ma cinquant’anni dopo Barzio è diventato il capoluogo turistico della Valsassina.

testo a cura di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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