È interessante notare come già nel XIII secolo le miniere e gli impianti metallurgici nelle Alpi lombarde avessero dato origine a un fenomeno che viene definito “azionariato diffuso”. Analogamente a quanto avveniva per altre imprese mercantili ad alto rischio e che richiedevano un forte investimento iniziale, quali ad esempio le imbarcazioni che percorrevano le rotte mediterranee, vennero create delle società di proprietari che costituiscono un vero e proprio precedente delle moderne società per azioni. Come le navi erano, e sono ancor oggi, divise in carati, le miniere erano divise in parti dette secchie e i forni in capi. Naturalmente quanto più era ricca la miniera maggiore era il numero di secchie in cui era suddivisa. Tale sistema di azionariato riguardò in minor grado anche le fucine. Suddividendo la proprietà si diminuivano certamente i guadagni, ma cosa più importante, era grandemente ridotto il danno finanziario nel caso di fallimento dell’impresa. Fallimento che se per le navi era costituito dal naufragio, o dall’assalto di pirati, per le miniere si verificava quando, per qualche accidente geologico, veniva a mancare il filone metallifero. In alcune valli, ad esempio in Valbrembana, il sistema dell’azionariato diffuso continuò sino agli inizi del XIX secolo e costituì una delle cause del declino della siderurgia lombarda, mentre in altre valli, tra cui la Valsassina, che videro l’affermarsi di potenti e prepotenti famiglie locali, ben presto i beni minerari e metallurgici si concentrarono nelle mani di queste ultime.
Tale modello di proprietà non è comunque estraneo alla zona alpina, infatti anche l’alpeggio, il “mónt”, era diviso in parti e gestito da una compagnia con norme analoghe a quelle delle società minerarie.

Nel 1897 due avventurosi valsassinesi, Carlo Brizzolari e Cirillo Artusi, reduci dalla California, indussero l’ingegner Bernardino Nogara di Bellano, allora impiegato presso “The Brescia Mining and Metallurgical Company Limited” con sede a Glasgow, a costituire una società mineraria con sede anch’essa nella città scozzese e agenzia a Introbio chiamata la “The Camisolo Mine Limited”.
 

Tratto dal libro
MEMORIE DAL SOTTOSUOLO – Per una storia mineraria della Valsassina
di M. Tizzoni, P. Invernizzi, M. Lambrugo – ed. Bellavite
www.fotostoriche.valsassina.it
www.valsassinacultura.it

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